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26/07/2022
10:56

Il Pnrr e le opportunità per le Pmi

Il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) consiste in un pacchetto di investimenti articolato in sei missioni, parallelamente con l’obiettivo di promuovere un’ambiziosa agenda di riforme su:

  • pubblica amministrazione;
  • giustizia;
  • semplificazione;
  • competitività.

I numeri chiave del Pnrr italiano – 191,6 miliardi del Piano nel suo complesso – evidenziano un’elevata articolazione degli interventi, che sono stati ripartiti in sei capitoli denominati “missioni”:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura – 40,32 miliardi
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica – 59,47 miliardi
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile – 25,40 miliardi
  • Istruzione e ricerca – 30,88 miliardi
  • Inclusione e coesione – 19,81 miliardi
  • Salute – 15,63 miliardi

Il Pnrr non è esclusivamente italiano. Nell’Unione Europea sono 503,62 i miliardi per i Piani di ripresa e resilienza destinati ai singoli Paesi. In termini di contributi a fondo perduto l’Italia è il secondo Paese, preceduta dalla Spagna e seguita da Francia con 40,9 miliardi. Solo l’Olanda non ha presentato un piano.



Banca Ifis, con il Market Watch Pmi, monitora costantemente sfide e priorità delle Pmi del made in Italy e, tra queste, anche Il Pnrr. Le indagini 2022 ci stanno restituendo una conoscenza limitata del Pnrr e dei suoi effetti sull’impresa o sul comparto di appartenenza.



Sono intorno al 25% gli imprenditori che prevedono effetti positivi dal Pnrr sul proprio settore di attività, percentuale che sale oltre il 30% solo nella Meccanica e nella Tecnologia. La percentuale di positivi scende al 22% se si valutano gli effetti diretti sulla propria impresa.



Solo il 15% delle Pmi al momento dichiara che usufruirà degli incentivi del Pnrr, ancora una volta le imprese della Meccanica e della Tecnologia sono le più attive con un’incidenza che sale intorno al 20% (che al momento costituisce il valore più elevato).



Le Pmi che usufruiranno degli incentivi lo faranno principalmente ai 3 seguenti ambiti:

Alla digitalizzazione e innovazione del sistema produttivo

69,7

All’utilizzo di energie rinnovabili (es. utilizzo di energie green nei processi produttivi, ammodernamento

41,1

All’efficientamento energetico e riqualificazione delle sedi aziendali e/o dei siti produttivi

48,9

Infine, coloro che usufruiranno degli incentivi pensano di conseguire i seguenti vantaggi:

 

Crescita dell’impresa su mercato di riferimento

34,3%

Miglioramento della qualità dei prodotti

18,3%

Miglioramento delle tempistiche

11,6%

Maggiore efficienza nel riutilizzo dei materiali

9,5%

Riduzione dell’impatto dell’impresa sull’ambiente

22,4%

Riduzione dei costi

44,8%

Maggiore efficienza energetica

36,7%

Nel Bollettino Economico di luglio 2022 la Banca d’Italia ha stimato in 2 punti percentuali l’effetto del Pnrr sul Pil nell’arco del triennio 2022-24. Bisogna, però, sottolineare che gli investimenti e le riforme finanziate da questo Piano creeranno un ecosistema più moderno in grado di aumentare benessere dei cittadini e competitività delle imprese.

Infine, non va poi dimenticato che sono anche previste misure di coinvolgimento diretto delle Pmi. Ecco una ricostruzione effettuata dall’ufficio studi de Il Sole24Ore:

  • Missione 1, investimento 1. Sarò elaborato e sperimentato un modello di riqualificazione manageriale, focalizzato sulle Pmi, con programmi di formazione ad hoc, il coinvolgimento delle associazioni di categoria e l’utilizzo di modelli di diffusione incentrati su piattaforme digitali.
  • Missione 1, investimento 5.
    • Sub-misura: Rifinanziamento e ridefinizione del Fondo 394/81 gestito da SIMEST. L’intervento si pone l’obiettivo di sostenere l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, agendo sui servizi offerti dal Fondo introdotto con la legge 394/81 e gestito da SIMEST. Le risorse finanziarie saranno dirette a investimenti a sostegno delle Pmi italiane per favorirne lo sviluppo della competitività, in termini di innovazione e sostenibilità, con inevitabili ricadute positive per la loro riuscita anche sui mercati internazionali.
    • Sub-misura: Competitività e resilienza delle filiere produttive. Il sostegno alle Pmi includerà anche un focus dedicato alle filiere produttive. Questo intervento è volto a fornire un supporto finanziario agli investimenti attraverso lo strumento dei Contratti di Sviluppo, operativo dal 2012.
  • Missione 2, investimento 2.1. Potenziamento della capacità di esportazione delle Pmi agroalimentare italiane.
  • Missione 2, investimento 3.1. Da una prima indagine statistica del 2011, la superficie totale delle aree industriali nel territorio nazionale era di circa 9.000 km2, una superficie circa pari a quella della regione Umbria. La maggior parte delle aree sono situate in una posizione strategica per contribuire a costruire una rete idrogeno più granulare di produzione e distribuzione alle Pmi vicine. Il progetto si pone l’obiettivo di promuovere la produzione locale e l’uso di idrogeno nell’industria e nel trasporto locale, con la creazione delle cosiddette hydrogen valleys, aree industriali con economia in parte basata su idrogeno.
  • Missione 4, investimento 1.5. Finanziamento entro il 2026 di 12 “campioni territoriali di R&S” (esistenti o nuovi) che saranno selezionati sulla base di apposite procedure competitive, con attenzione alla capacità di promuovere progetti di sostenibilità sociale. Tra i requisiti, un’attività di ricerca condotta e/o infrastrutture di ricerca realizzate congiuntamente dalle Università e dalle imprese, in particolare le Pmi, operanti sul territorio.





di

Carmelo Carbotti

Responsabile Marketing Strategico e Ufficio Studi
Laureato in economia e sempre in aggiornamento grazie alla lettura e allo studio. Ho 29 anni di esperienza nei servizi finanziari e da sempre coltivo la passione per cultura d’impresa e la divulgazione per rendere accessibili i messaggi dietro i numeri. Attualmente ricopro il ruolo di Responsabile Marketing Strategico e Ufficio Studi in Banca Ifis.

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