Fino al 31 dicembre 2020 un cliente che operava tramite
factoring pro solvendo poteva risultare in
past due a causa del ritardo nei pagamenti da parte dei suoi clienti (debitori ceduti), senza colpe dirette e con limitata possibilità di intervento, salvo chiudere l’esposizione pagando al posto del suo cliente.
Con l’entrata in vigore della Nuova Definizione di Default, invece,
l’impresa che cede il proprio credito commerciale alla Banca tramite un accordo di factoring pro solvendo può considerarsi in past due solo nel caso in cui abbia un’esposizione verso la Banca superiore ai crediti ceduti. I motivi per cui ciò potrebbe verificarsi sono da cercare in eventi successivi all’anticipazione dei crediti ceduti come la presenza di note di credito o il mancato pagamento delle competenze da parte del cedente. Questi ha dunque il pieno controllo sulle proprie scadenze e non dipende dal comportamento dei debitori ceduti alla Banca.
Una
corretta gestione dei rapporti con i propri clienti e un
puntuale pagamento delle competenze (interessi e commissioni) verso la Banca consentono, quindi, all’impresa che ha stipulato un accordo di factoring pro solvendo di rimanere sempre
in bonis, senza rischi di essere classificata tra le posizioni deteriorate a causa del
past due.