C’è un momento, nella vita delle PMI, in cui si valuta la possibilità di compiere uno dei passi più importanti che un’azienda possa compiere, con tutti i pro e i contro che questo può comportare, cioè la scelta di quotarsi in borsa. A supporto delle imprese che stanno considerando questa ipotesi, ora, arrivano gli incentivi pensati dalla Legge di Bilancio 2018. È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 giugno scorso, infatti, il Decreto che regolamenta la concessione del credito d’imposta per la quotazione in borsa delle PMI.
Il decreto del MISE ufficializza quello che era stato anticipato già nella Legge di Bilancio 2018 all’interno del pacchetto di incentivi “Finanza per la crescita”: le PMI interessate a quotarsi in borsa, quindi, potranno beneficiare del credito d’imposta sul 50% dei costi di consulenza sostenuti dall’1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2020 per un importo massimo di 500 mila euro per ciascuna azienda. L’intervento prevede agevolazioni per un totale di 80 milioni di euro nel triennio 2019-2021.
Secondo il decreto del 18 giugno possono beneficiare del credito d’imposta per la quotazione le PMI con meno di 250 dipendenti, ricavi inferiori a 50 milioni e un attivo patrimoniale non superiore a 43 milioni di euro, come prevede la definizione europea di PMI.
Il provvedimento, poi, specifica che le aziende richiedenti devono avere iniziato una procedura di ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione, in uno stato membro dell’Unione Europea o dello spazio economico europeo, dopo il 1° gennaio 2018 con ammissione entro il 31 dicembre 2020. Gli incentivi, quindi, non sono validi soltanto per le PMI che operano in Italia, ma anche per quelle che lavorano a livello europeo.
Il credito d’imposta per la quotazione delle PMI è un intervento importante, considerato che i costi di consulenza da sostenere per la quotazione in borsa sono piuttosto rilevanti, soprattutto se a sostenerli sono piccole e medie imprese.
Tra studi di fattibilità dell’operazione, due diligence finanziaria e listing fee, infatti, sono moltissime le attività necessarie al completamento dell’operazione che richiedono sforzo economico da parte dell’impresa.
Secondo il decreto, le attività ammissibili sono quelle:
Le domande per ottenere il credito d’imposta riservato alle PMI che vogliono quotarsi in borsa dovranno essere presentate al MISE tramite Posta Elettronica Certificata nel periodo compreso tra l’1 ottobre dell’anno in cui la quotazione è stata ottenuta e il 31 marzo dell’anno successivo.
Le motivazioni che portano alla scelta di quotare in borsa una PMI possono essere di vario tipo:
In ogni caso, la quotazione di un’azienda è una vera e propria rivoluzione che va affrontata in modo strategico.
Può avere, infatti, importanti vantaggi per una PMI, come la possibilità di accedere a nuovi capitali, il consolidamento del merito creditizio e il miglioramento dell’efficienza operativa aziendale, senza contare i ritorni positivi sulla reputazione e sul brand.