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NUMERI PARLANTI

35%

Secondo gli ultimi dati raccolti dall’Ufficio Studi di Banca Ifis, il 35% delle imprese italiane a oggi ha avviato progetti di GenAI. Inoltre, il 72% delle imprese ha agito in maniera proattiva all’investimento in Intelligenza Artificiale, rinnovando le competenze o la struttura, mentre addirittura il 91% dichiara di aver conseguito gli obiettivi attesi a seguito dell’adozione dell’AI. Un segnale di come le aziende del nostro Paese stiano iniziando a comprendere il potenziale della nuova tecnologia.

Tuttavia, l’Italia ad oggi resta ancora lontana dagli standard europei. Il rapporto Eurostat ci posiziona infatti tra i Paesi europei con il tasso più basso di utilizzo di tecnologie AI, al sestultimo posto, poco sopra Cipro e Grecia. A guidare la classifica degli Stati con le imprese più AI-friendly sono DanimarcaSvezia e Belgio, con Germania, Spagna e Francia che si posizionano nella parte alta del ranking.

Un dato a cui gli esperti guardano con preoccupazione è il divario interno al nostro Paese tra grandi e piccole imprese, con quest’ultime che fanno fatica a investire per colmare il gap.

Non mancano però i dati che fanno ben sperare per il futuro. Tra i settori più decisi a investire c’è quello bancario: una ricerca ABI Lab–Deloitte di fine 2024 mostra che quasi 9 banche su 10 vogliono dotarsi di una strategia di AI generativa entro il 2025. I campi di applicazione su cui c’è maggiore focus sul breve termine sono antiriciclaggio, antifrode e procedure di credito.

I numeri ci raccontano insomma che in generale l’AI è già qui e può essere un volano per la produttività. Secondo una ricerca di Anasf-McKinsey, l’Intelligenza Artificiale Generativa avrà un impatto sull’economia globale compreso tra i 2,6 e i 4,4 trilioni di dollari. Praticamente quanto l’intero Pil della Germania. Di questi, fino a 340 miliardi interesseranno il settore bancario e 18 miliardi l’industria del risparmio gestito.

Nella corsa ci saranno anche le aziende italiane, che dovranno recuperare terreno con investimenti mirati, formazione e politiche di sostegno alle PMI.

Qualcosa andrà male, molto non andrà come previsto, ma forse anche per l’AI vale il detto di Bill Gates per tutte le nuove tecnologie: «Appena dopo che le macchine sono arrivate sulle nostre strade, abbiamo avuto il primo incidente. Ma non è che mettemmo al bando le auto: semplicemente introducemmo i limiti di velocità, standard di sicurezza, le patenti e altre regole della strada». La nuova sfida, sarà mettere regole – e investimenti – sull’AI.

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