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29/06/2017
08:22

I MINI-BOND, UNO STRUMENTO FINANZIARIO INNOVATIVO A SUPPORTO DELLE PMI

Business

I “Mini-bond” sono uno strumento alternativo di finanziamento che permette a società non quotate in borsa di aprirsi al mercato dei capitali come ulteriore scelta rispetto al tradizionale credito bancario a medio e lungo termine.

I “Mini-Bond” sono titoli obbligazionari emessi dalle imprese e sottoscritti da investitori professionali e qualificati.

Nel 2013 grazie alla revisione della normativa il mercato si è aperto a nuove possibilità. Le modifiche sono state apportate al fine di incentivare l’emissione di obbligazioni da parte delle piccole e medie imprese.

Il termine “Mini-Bond” esprime il chiaro intento della normativa di incentivare l’emissione di obbligazioni, anche di piccolo taglio, da parte di piccole e medie imprese, ampliando la platea degli emittenti, che fino a quel momento era stata ristretta alle imprese quotate.

L’obiettivo è quello di incentivare piani di crescita, sviluppo o rifinanziamento. Più precisamente, questa tipologia di strumento di finanziamento risponde a molteplici esigenze delle PMI:

  • evita la necessità di dover disporre di garanzie reali;
  • consente il finanziamento di grandi progetti di investimento, anche distribuiti in momenti diversi o all’estero;
  • diversifica le fonti di finanziamento, esercitando meno pressione sulle linee di credito bancarie;
  • permette all’azienda di acquisire una visibilità di alto profilo sul mercato, anche attraendo nuovi investitori;
  • in alcuni casi, rende accessibile un finanziamento con rimborso bullet anche a imprese di non grandi dimensioni.

I principali attori coinvolti nell’emissione dei mini bond sono:

  • L’advisor: il consulente che esegue un’analisi strategica e affianca l’impresa nella definizione di tempi e modalità dell’emissione.
  • L’arranger: è responsabile del collocamento dei titoli sul mercato, individuando i potenziali investitori e occupandosi del ‘fine tuning’ rispetto alla definizione dei rendimenti offerti.
  • La società di rating: giudica in maniera indipendente la capacità di solvibilità dell’azienda emittente.
    Questa è una delle informazioni che desta maggiore attenzione perché stabilisce se l’emittente è in grado di ottemperare agli impegni previsti circa la remunerazione e il rimborso del capitale.
  • L’investitore/finanziatore: i sottoscrittori tipici delle emissioni di mini-bond sono i
    fondi, le banche o le assicurazioni. Organismi con competenze ed esperienza in grado di valutare e assumersi i rischi dell’investimento. La normativa, almeno per le società per azioni, non
    pone limiti al fatto che siano anche persone fisiche a investire nei mini-bond. Invece per le società a responsabilità limitata l’investimento è esclusivo solo per gli investitori ‘vigilati’ i quali risponderanno in solido dell’obbligazione se essa dovesse essere poi ceduta ad altri tipi di investitori.

Il mercato dei mini bond dal 2012 ad oggi ha prodotto 292 emissioni per un importo di € 11,5 miliardi, di cui 106 solo nel 2016 (36% del totale) per un ammontare di € 3,6 miliardi. Il trend registrato in questi anni mostra una crescita consistente nel numero delle operazioni e una riduzione nel loro valore medio, a conferma che anche le imprese di minori dimensioni hanno iniziato ad usufruire di questa opportunità. Le emissioni caratterizzate da un importo inferiore o uguale a € 50 milioni sono la maggioranza (245, pari all’83,9% del campione) mentre le restanti 47 emissioni risultano sopra questa soglia a dimostrazione di uno spostamento dell’utilizzo dei Mini bond da parte delle PMI.

Banca IFIS Impresa ha una grande attenzione verso questo prodotto riconoscendone la validità ed è entrata nel segmento dei Mini-Bond con la volontà di supportare le PMI eccellenti nei loro progetti di crescita ed espansione, anche a livello internazionale, con strumenti finanziari innovativi.

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