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Imprendistorie

Alberto Dalmasso

Profilo
Alberto Dalmasso, 38 anni, da Cuneo, nel 2013 ha fondato Satispay, strumento di pagamento tramite smartphone usato da 4 mln di utenti e 300 mila negozi. Oggi l’azienda ha un fatturato da 10,2 mln € e 600 dipendenti.

1. Come è nata l’idea di Satispay?
È il 2013. Lavoro in una Banca di investimento a Torino. Mentre con vari amici, tra cui Dario, parlavamo di idee imprenditoriali, mi accorgo che troppo spesso non riesco a pagare con carta in bar e ristoranti, e chiedo a Dario se anche secondo lui è un bisogno su cui si può trovare una soluzione e costruire un’azienda. È la scintilla, dopo qualche mese di studio di normativa e tecnologia decidiamo che vale la pena provarci, ci licenziamo e a gennaio 2013 iniziamo l’avventura.

2. Il momento più difficile?
Quando un importante investitore si sfila da un aumento di capitale già concordato e abbiamo solo 3 mesi per trovare capitali e evitare un forte rallentamento del progetto (licenziamenti, stop investimenti marketing, etc). Era il 2019.

3. Una caratteristica nascosta che secondo lei ha contribuito al
succeso di Satispay?
Quando paghi il caffè con Satispay, la persona alla cassa riceverà il tuo pagamento con il tuo nome e prima lettera del cognome. E ti chiederà conferma ripetendo il tuo nome. L’ho voluta non perché sia una specifica tecnicamente imprescindibile. Ma perché è una coccola al cliente, un mezzo per instaurare una calda interazione tra cliente e negozio tramite la tecnologia.

4. Qual è la domanda che fa sempre nei colloqui?
«Raccontami un tuo progetto che è andato particolarmente bene o particolarmente male, ma che è stato sfidante». Lì ci sono due tipi di reazioni: persone che cominciano a parlare e non si fermano più. Entrano nei dettagli perché l’hanno proprio vissuta, l’hanno fatta la cosa. Poi ci sono quelli che ti raccontano un pochino un progetto, un processo, capisci che erano presenti mentre stava accadendo qualcosa, ma non hanno fatto la differenza.

5. Qual è invece la domanda più efficace che ha mai ricevuto?
Un giorno un mio collaboratore che stava attraversando un momento di stallo mi avvicina e mi chiede: «Come faccio ad arrivare a al livello di altri colleghi che per l’azienda sono fondamentali, e per questo ricevono molte stock options?». Non mi chiedeva perché altri ricevessero più di lui, mi chiedeva come fare per migliorare, ed arrivare al loro livello.

6. Ci dà 3 letture o ascolti per chi vuole provare a creare un’azienda?

«The hard thing about hard things», di Ben Horrowitz. Il Reader’s digest dell’imprenditoria.

«Blueprint for a SaaS sales organization», manuale fondamentale su come creare una sales organization scalabile di successo.

E Financial Times News Briefing. Ogni mattina un approfondimento di 10 minuti sui fatti dell’economia globale

7. Il più bel consiglio che si sente di dare?

Se proprio devi sognare, allora fallo in grande. Non per ego, o per seguire uno slogan da cover del cellulare. Ma per alcune praticissime conseguenze: ti sentirai inadeguato, e rimarrai umile, perché la grandezza del progetto ti forzerà a metterti sempre in discussione. Non smetterai mai di imparare, sia come professionista che come persona. Ti circonderai di gente più brava di te, «cadrai» ma in un punto più alto, e più importante di tutto, ti divertirai, perché imparare e crescere è faticoso, ma bello.

Qualunque sia il tuo sogno o obiettivo, sarà un continuo viaggio pieno di sacrifici, e se devi fare sacrifici, che ne valga la pena.

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