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Cosa si intende per equity? Significato e implicazioni finanziarie

Equity: significato e contesto in economia e finanza

Il termine equity trova applicazione in molteplici contesti del mondo finanziario ed economico, assumendo significati distinti ma interconnessi. In generale, si riferisce al concetto di capitale proprio, ovvero quella parte delle risorse che un soggetto impiega senza ricorrere a finanziamenti esterni, come prestiti bancari o obbligazioni.

Nel bilancio di un’impresa, l’equity rappresenta la differenza tra attività e passività, sintetizzando il valore netto di un’azienda. Questo valore può derivare da conferimenti iniziali, utili non distribuiti o riserve accantonate nel tempo. In altre parole, è l’espressione contabile della proprietà dell’impresa da parte dei soci o degli azionisti.

In ambito finanziario, inoltre, equity può indicare la parte di capitale di rischio investita in un’attività. A differenza del debito, che comporta l’obbligo di restituzione e pagamento di interessi, l’equity implica una partecipazione al rischio e al rendimento, riflettendo quindi un diverso equilibrio tra rischio e potenziale guadagno.

Questa distinzione è fondamentale per comprendere la struttura finanziaria di un’azienda e per valutare strategie di investimento. Per chi cerca una soluzione alternativa all’indebitamento, l’equity si configura come uno strumento cruciale per la crescita sostenibile e la solidità patrimoniale.

Private equity: significato e caratteristiche principali

Il private equity è una forma di investimento in capitale di rischio che riguarda imprese non quotate in Borsa. Questo strumento consente a investitori istituzionali o fondi specializzati di acquisire partecipazioni in aziende con l’obiettivo di valorizzarne il potenziale e, successivamente, realizzare un rendimento attraverso la rivendita della quota o la quotazione pubblica.

La caratteristica distintiva del private equity è la natura strategica dell’intervento: l’investitore non si limita a un apporto finanziario, ma contribuisce anche allo sviluppo dell’azienda attraverso competenze manageriali, supporto alla governance e operazioni di riorganizzazione o espansione.

Le operazioni di private equity possono assumere forme diverse:

  • Seed e venture capital, quando l’investimento avviene in fase iniziale o di sviluppo;
  • Growth capital, se rivolto a imprese già consolidate ma in cerca di crescita;
  • Buyout, nel caso di acquisizione della totalità o di una quota rilevante del capitale sociale.

Il private equity si distingue quindi per un orizzonte temporale medio-lungo, una forte componente di rischio, ma anche per le opportunità di creazione di valore nelle imprese target.

Equity value: significato e calcolo

L’equity value, o valore del capitale proprio, rappresenta la stima del valore complessivo attribuito agli azionisti di una società. Questo indicatore è fondamentale per analizzare la solidità patrimoniale di un’impresa, la convenienza di un’operazione di acquisizione o la redditività di un investimento.

Nel dettaglio, l’equity value si calcola partendo dalla capitalizzazione di mercato, ovvero il prezzo delle azioni moltiplicato per il numero di azioni in circolazione. Tuttavia, nel caso di imprese non quotate, si utilizzano metodi alternativi di valutazione, come l’analisi dei flussi di cassa o dei multipli di mercato.

La formula di base è:

Equity Value = Enterprise Value – Debiti Finanziari Netti

Dove:

  • L’enterprise value (EV) rappresenta il valore totale dell’impresa, inclusivo di capitale proprio e debiti finanziari.
  • I debiti finanziari netti si ottengono sottraendo le disponibilità liquide dai debiti finanziari lordi.

Questa distinzione consente di isolare la quota effettivamente spettante agli azionisti, fornendo una valutazione utile in contesti di negoziazione, fusioni, acquisizioni o operazioni straordinarie.

L’equity value non deve essere confuso con il valore contabile del patrimonio netto, in quanto incorpora una visione più realistica del valore percepito dal mercato o derivato da proiezioni economico-finanziarie.

Differenza tra equity e capitale sociale

Sebbene spesso utilizzati come sinonimi, equity e capitale sociale non coincidono. Comprendere questa differenza è essenziale per leggere correttamente un bilancio e valutare la struttura patrimoniale di un’impresa.

Il capitale sociale rappresenta la quota di mezzi conferiti dai soci all’atto della costituzione dell’impresa (o in occasione di successivi aumenti di capitale). È un dato formale, iscritto nell’atto costitutivo e nel bilancio, e costituisce il nucleo fisso del patrimonio netto.

L’equity, invece, è un concetto più ampio: include non solo il capitale sociale, ma anche tutte le altre componenti del patrimonio netto, come:

  • le riserve (di utili o di capitale),
  • gli utili non distribuiti,
  • eventuali altri strumenti rappresentativi di capitale.

In altre parole, mentre il capitale sociale è un sottoinsieme fisso e vincolato dell’equity, quest’ultima fornisce una visione più completa e dinamica della ricchezza netta attribuibile agli azionisti.

Questa distinzione diventa rilevante, ad esempio, in sede di valutazione aziendale o nel confronto tra imprese con diversa struttura di finanziamento, perché permette di apprezzare la reale capacità di autofinanziamento e la solidità patrimoniale.

Equity come strumento di investimento

L’equity rappresenta una delle principali modalità con cui gli investitori partecipano alla crescita di un’impresa, acquisendone quote di proprietà in cambio di un apporto di capitale. Questo tipo di investimento non prevede un ritorno certo, ma è legato alla performance economico-finanziaria dell’azienda.

Gli investimenti in equity si concretizzano prevalentemente attraverso:

  • l’acquisto di azioni quotate nei mercati regolamentati;
  • la partecipazione a fondi di private equity;
  • il coinvolgimento in operazioni di venture capital;
  • il crowdfunding equity-based per startup e PMI.

A differenza delle forme di investimento a reddito fisso, l’equity offre una potenziale rivalutazione del capitale, ma comporta anche un rischio maggiore, legato all’andamento aziendale e alle dinamiche di mercato. Tuttavia, per chi ha un profilo di rischio compatibile, può rappresentare una strategia efficace di diversificazione e un’opportunità di generare valore nel medio-lungo periodo.

È fondamentale valutare attentamente il contesto economico, la solidità dell’impresa e gli obiettivi personali prima di impegnarsi in un investimento in equity. Una gestione consapevole di questa componente può contribuire in modo significativo al rafforzamento del proprio portafoglio finanziario.

Come cambia l’equity nel ciclo di vita di un’azienda?

Alla luce di quanto visto finora, è evidente che equity non sia un valore statico: evolve nel tempo in funzione delle scelte strategiche, delle performance operative e delle operazioni societarie. Analizzare come cambia nel corso del ciclo di vita di un’impresa consente di comprendere meglio le sue dinamiche finanziarie e le opportunità di crescita.

Fase di avvio

Nella fase iniziale, l’equity è generalmente costituito dal capitale conferito dai soci fondatori. L’impresa è spesso in deficit operativo, quindi non genera utili ma registra perdite che incidono negativamente sul patrimonio netto.

Fase di crescita

Con l’espansione dell’attività, l’azienda può attirare nuovi investitori. Gli aumenti di capitale rafforzano l’equity e permettono di finanziare l’innovazione, l’internazionalizzazione o lo sviluppo commerciale. In questa fase, l’equity cresce anche grazie agli utili reinvestiti.

Fase di maturità

L’azienda consolidata tende a generare flussi di cassa positivi e stabili. L’equity può aumentare in modo costante, ma anche stabilizzarsi se parte degli utili viene distribuita sotto forma di dividendi agli azionisti.

Fase di trasformazione o declino

Nei momenti di difficoltà o riorganizzazione, l’equity può ridursi a causa di perdite o svalutazioni. In taluni casi, l’impresa può ricorrere a nuovi apporti di capitale per riequilibrare la propria struttura finanziaria.

Conoscere l’evoluzione dell’equity lungo queste fasi consente a imprenditori e investitori di valutare le decisioni più appropriate in ogni momento della vita aziendale.

Perché è importante conoscere il significato di equity?

Comprendere il significato di equity è fondamentale per chiunque si confronti con il mondo economico e finanziario, sia come imprenditore, investitore o semplice risparmiatore. L’equity non è solo una voce contabile, ma un indicatore cruciale della solidità patrimoniale, della capacità di autofinanziamento e della valutazione economica di un’impresa.

Per le aziende, sapere come gestire l’equity significa prendere decisioni consapevoli su come finanziare la crescita, attrarre nuovi soci, preservare l’autonomia gestionale o affrontare momenti critici.

Per gli investitori, interpretare correttamente l’equity consente di misurare i rischi e i potenziali rendimenti legati alla partecipazione nel capitale di un’impresa, che si tratti di un’azione quotata o di un progetto imprenditoriale in fase di avvio.

L’alfabetizzazione finanziaria su concetti come equity contribuisce infine a una gestione più responsabile del proprio patrimonio, aiutando a costruire strategie di investimento coerenti con i propri obiettivi di lungo periodo.

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Domande frequenti

Cosa si intende per equity?

In ambito finanziario, per equity si intende il capitale proprio di un’azienda, ovvero la parte di risorse che proviene dai soci o dagli utili reinvestiti, al netto dei debiti. Rappresenta la quota di proprietà attribuibile agli azionisti.

Cosa fa un’azienda di private equity?

Una società di private equity investe in aziende non quotate al fine di migliorarne la redditività e rivendere la partecipazione con profitto. Oltre al capitale, fornisce competenze manageriali e supporto strategico per far crescere il valore dell’impresa.

Cosa vuol dire “avere equity”?

“Avere equity” significa possedere una parte del capitale di un’impresa. Questo comporta diritti patrimoniali (es. dividendi) e, in alcuni casi, diritti di voto nelle decisioni societarie. Si partecipa sia ai guadagni che ai rischi.

Qual è la differenza tra debito e equity?

La differenza tra debito ed equity sta nel tipo di finanziamento: il debito è un’obbligazione da rimborsare (es. prestiti), mentre l’equity rappresenta capitale proprio e non prevede obblighi di restituzione, ma una partecipazione al rischio e al rendimento.

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