Logo Banca Ifis

ECONOMIA SEMPREVERDE 

Le promesse sono impegnative: Giochi a emissioni zero, nessun ecomostro abbandonato e un’eredità positiva per le Alpi. Ora la sfida sarà trasformare queste parole in realtà concreta entro il 6 febbraio 2026: giorno di apertura delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina.

In fondo la candidatura italiana, vincitrice nell’estate 2019 contro Stoccolma-Åre, ha convinto il CIO puntando tutto su ambiente ed economia circolare

Fondazione Milano Cortina 2026 – il comitato organizzatore – promette Giochi a impatto zero sfruttando al massimo gli impianti esistenti, potenziando la mobilità sostenibile e alimentando le strutture con energia rinnovabile al 100%.

  1. Partiamo dagli impianti esistenti.

Come scrive Sport e Finanza, la tendenza da parte degli organizzatori dei Giochi è sempre più quella di optare per impianti già esistenti, o per infrastrutture che possano avere una vita utile anche dopo l’evento (per Parigi 2024 sono stati costruiti solo due nuovi impianti per l’occasione).

Qualche esempio: Milano ospiterà il Villaggio Olimpico, che dopo i Giochi diventerà uno studentato per i giovani universitari. Il nuovo Palazzo dello Sport, attualmente in costruzione, diventerà teatro per eventi sportivi e concerti. Non mancano poi, continua Sport e Finanza, esempi di uso di strutture già esistenti: lo Stadio Meazza ospiterà la cerimonia di apertura, il Forum di Assago le gare di pattinaggio di figura e short-track.

  1. Ci sono poi i piani di mobilità. Grazie anche a investimenti per €434 mln, verranno potenziati trasporti pubblici a basso impatto, basati in gran parte su rotaia. Durante i Giochi saranno poi aggiunti treni, autobus a emissioni zero, e un sistema di navette e carpooling per ridurre il traffico privato. L’obiettivo dichiarato è muovere atleti, staff e spettatori minimizzando le emissioni.
  2. Infine l’energia. Tutti i siti olimpici saranno alimentati esclusivamente da energia rinnovabile certificata. l’approccio sarà basato sull’economia circolare. Obiettivo: riciclare l’80% dei rifiuti urbani prodotti da pubblico e addetti ai lavori.

La sfida è ambiziosissima e dai precedenti impegnativi.

Nella storia delle Olimpiadi, il primo caso di successo dal punto di vista della sostenibilità rimane forse Tokyo 2020. Il Comitato organizzatore calcolò un’impronta carbonica di circa 1,96 milioni di tonnellate di CO₂ : un valore significativamente inferiore a precedenti edizioni estive che tra l’altro venne interamente compensato.

C’è stata poi Pechino 2022, la prima edizione invernale a emissioni zero nette.

Non mancano però i casi meno fortunati. I Giochi invernali di Sochi 2014 in Russia divennero infatti un caso di scuola di promesse “green” tradite. Dopo quell’esperienza, il Comitato Olimpico Internazionale corse ai ripari inserendo la sostenibilità tra i pilastri della Agenda 2020 e delle nuove norme di candidatura.

“Milano-Cortina 2026 non sarà solo una festa di sport, ma un punto di svolta verso una nuova visione di futuro sostenibile”, ha raccontato Giorgio Maione, assessore all’Ambiente della Lombardia.

In definitiva, l’Olimpiade italiana rappresenta un banco di prova internazionale. Se manterrà gli impegni potrà passare alla storia come il modello per le future Olimpiadi sostenibili.

 

Condividi