Lo split payment è un meccanismo di liquidazione dell’IVA relativo ai rapporti tra imprese e Pubblica Amministrazione, introdotto dalla Legge di Stabilità del 2015.
Ecco come funziona.
Il meccanismo della scissione dei pagamenti, introdotto per evitare l’evasione fiscale dell’IVA, impone che le PA che acquistano beni o servizi da altre aziende, versino l’IVA direttamente allo Stato, senza che siano i loro fornitori a farsi carico della spesa.
Gli Enti Pubblici, quindi, pagano quanto dovuto alle aziende fornitrici al netto dell’IVA, che sarà versata successivamente direttamente all’Erario.
L’unica particolarità è legata alla fattura emessa, che deve contenere la dicitura “scissione dei pagamenti ovvero split payment ai sensi dell’art. 17-ter del D.P.R. n. 633/1972” al fine di evitare il pagamento di una sanzione.
Vi sono alcuni Enti sottoposti obbligatoriamente all’utilizzo dello Split Payment, e cioè:
A partire da luglio 2017, una modifica introdotta dal Mef al decreto precedente, ha esteso l’obbligo di Split Payment anche ai professionisti, più nello specifico alle seguenti categorie:
Per utilizzare il meccanismo dello Split Payment è inoltre possibile ricorrere all’utilizzo della fattura elettronica, creando autonomamente la propria fattura all’interno del portale del Mef e firmandola tramite firma digitale.
È bene sottolineare che la normativa sullo Split Payment prevede però delle sanzioni in caso di scorretta compilazione delle fatture. Per i fornitori, come già anticipato, nel caso in cui mancasse la dicitura relativa alla scissione, per la PA, invece, in caso di ritardato pagamento dell’IVA relativa alle operazioni di Split Payment.