Simec Spa e Banca Ifis, insieme nelle complessità del mercato

Simec è un molino sardo, uno dei più grandi d’Italia, si pensi che in 24 ore macina circa 9.800 quintali di grano Alberto Cellino, Presidente del CDA, sceglie di partire dai numeri per dare subito una chiara fotografia della sua azienda.   

Lavoriamo prevalentemente farine e semola di grano duro, destinate al mercato della panificazione, dei biscotti e della grande distribuzione nelle confezioni maxi-formato. La Simec è il primo ingranaggio di una macchina complessa, il Gruppo Cellino, che controlla l’intera filiera produttiva: dal seme alla tavola. Oltre al molino Simec, il Gruppo, infatti, gestisce anche un pastificio, un biscottificio, un mangimificio e una catena distributiva. 

Ci occupiamo, inoltre, dell’importazione di leguminose, cereali, farine proteiche (prevalentemente girasole e soia), prodotti poi impiegati nel settore zootecnico regionale. 

Lo stabilimento a bocca di porto ci consente di gestire 24/24, 7/7 le navi in arrivo con notevoli economie nei costi di sbarco, logistici e energetici. Un impianto fotovoltaico sostiene circa il 10% del fabbisogno di Simec, particolarmente energivora per sua natura, una caratteristica che ci ha portato a razionalizzare e concentrare le lavorazioni nelle fasce a prezzo più contenuto. 

Da quanti anni siete clienti di Banca Ifis? E in che modo il Mutuo Garantito da Garanzia SupportItalia vi ha assistito? 

Saranno almeno una decina d’anni che siamo clienti di Banca Ifis, abbiamo un rapporto ormai consolidato a cui si è aggiunto il recente supporto per far fronte alle conseguenze della crisi russo-ucraina.  

Il Mutuo Garantito SupportItalia ci ha consentito di acquistare materie prime ben più care di quelle che avremmo comprato in precedenza dal mercato ucraino come grano tenero, mais, piselli. Abbiamo dovuto, infatti, differenziare i mercati d’origine (Stati Uniti, Canada, Brasile) con un aumento dei costi tra il 40% e il 60%.  

Il mutuo di Banca Ifis con garanzia SACE ha permesso di attutire questi pesanti effetti, nonostante alcune spese dovranno essere necessariamente ridistribuite per una piccola quota parte anche sui prodotti e dunque sul consumatore finale. Il nostro impegno, pur nella complessità del periodo, è comunque mantenere al minimo tale effetto, razionalizzando e ottimizzando le ore di lavoro e la produttività degli impianti. 

Quali sono i progetti per il futuro di Simec? 

Nonostante la situazione, vogliamo continuare a investire con l’obiettivo di creare in Simec infrastrutture di stoccaggio importanti così da avere dei polmoni di materie prime in casa, una risorsa fondamentale vista l’incertezza e i repentini mutamenti a cui abbiamo assistito negli ultimi anni.

Puntiamo ad avere uno stoccaggio che ci consenta almeno 60 giorni di sopravvivenza in modo tale che, se un mercato viene meno, vi sia il tempo di virare verso mercati alternativi. Oggi stocchiamo 1 milione di quintali, il mio obiettivo è di arrivare almeno ad 1 milione e 3-400mila quintali di stoccaggio, stiamo dunque valutando delle aree per concretizzare questo progetto grazie anche ad alcune agevolazioni nell’ambito del PNRR.